Tutti noi stiamo cercando qualcosa. La felicità, oserei dire, ma chi l’ha trovata veramente e quanti la stanno ancora cercando?
Tutti, o almeno la maggior parte di noi, crede e spera che questa fantomatica realtà di felicità un giorno arrivi. Quel giorno lo immaginiamo sempre, lo assaporiamo con tutti i nostri sensi, ma non capiamo perché non arrivi mai!
Questo giorno lo chiameremo “il giorno della felicità”.
Il giorno della felicità è il giorno ideale, il quale accompagna le nostre menti per tutte le ventiquattr’ ore; lo aspettiamo impazienti nella speranza che oggi arrivi!
Ma come al solito, ogni mattina, l’essere umano medio si sveglia, sbuffa perché per l’ennesima mattina si è svegliato sullo stesso pianeta (si stava molto meglio, dormendo, nel mondo dei sogni) e passa dalla posizione orizzontale alla verticale per recarsi là, dove ogni giorno si reca, che sia a scuola, in un’ aula universitaria, su una scrivania a studiare per l’ennesimo esame, davanti ad uno spartito sopra un leggìo o sul proprio posto di lavoro (quando c’è).
Al di là di tutti i pensieri che incessantemente vanno e vengono nella nostra mente, la vera domanda da posi è: “Cosa è davvero importante per me?”. Ad una domanda del genere si resta senza un’immediata risposta, questo perché è richiesta una risposta che va al di là della mente.
Quando viene posta questa domanda, si possono osservare dentro di sé una serie di moti, ma di profondità molto diversa.
Come prima cosa appare un apparente vuoto pieno di significato profondo, non razionale. Successivamente parte la signora Mente, con la volontà leggiadra di dare una risposta del tipo: “Perché, ora, tutta questa profondità?!”. Il tutto seguito magari da uno smile ridente, giusto per deviare la domanda.
Infine, andando oltre, se questo pensiero viene scalzato, si torna al vuoto iniziale e da lì si ricomincia, ascoltando quel vuoto, con un’attesa priva di aspettativa di risposta.
Poi la risposta arriva, quella vera: “Trovare la vera pace dentro se stessi e, da questa pace interiore, costruire cose autentiche fuori”.
Basta cercare quel vuoto interiore, dove la mente non interferisce, e, da questo, agire in modo concreto fuori. Questo agire deve partire da intuizioni proprie e non a seguito di lunghi ragionamenti mentali malati, pieni di condizionamenti che di tutti sono, ma non nostri.