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L’IRREQUIETEZZA SI FA OSPITE

Ho fatto da poco un video intitolato “Perché accettiamo l’infelicità?”.

La riflessione è arrivata da sola, osservando una donna lavorare in un ufficio pubblico.

Osservavo i suoi movimenti, le sue microespressioni e il modo con cui comunicava con le persone che riceveva.

Ad un certo punto si è alzata dalla sedia, si è avvicinata alla finestra che dava su un giardino alberato e ha aperto la finestra. Per un momento ho pensato stesse facendo delle fotocopie, poi mi sono resa conto che stava guardando fuori: gli alberi di un giardino appena di fronte e il sole che illuminava il cielo.

Si stava concedendo un attimo di tregua dal lavoro ordinario.

Per un momento quella donna si è riconnessa con la vita.

Poco dopo è tornata davanti al computer, ha fatto un profondo sospiro e ha accolto la persona successiva. Il suo viso non esprimeva gioia, indossava un’espressione di circostanza davanti alle persone a cui stava sbrigando le pratiche.

Mi sono domandata: “Cosa piace veramente a quella donna? Dove desidera essere in questo momento?”.

Gli istanti di vita di quella persona che ho osservato durante una normale giornata lavorativa possono sembrare insignificanti per la visione media. A uno sguardo più attento, che va oltre le apparenze, gli atteggiamenti di quella donna avevano molto significato.

Solo il suo corpo fisico si trovava in quell’ufficio, ma i suoi desideri, le sue emozioni e la sua mente erano altrove.

Nello stesso ufficio c’erano altri impiegate e impiegati, dediti alla stessa mansione, ma completamente identificati con quello che facevano. Usurati, ma immedesimati. Nei loro volti non c’era nessun desiderio di ricerca oltre la loro mansione.

Erano sazi dell’ordinario.

Ma quella donna no!

In quel suo fare lento, apparentemente svogliato, nel suo sguardo e nei suoi pesanti sospiri ho scorto il desiderio di Altro.

Non tutto è perduto.

Quando l’animo umano si fa inquieto, distrugge i limiti imposti dalla vita quotidiana e inizia a crearsi spazio al nostro interno per qualcosa di nuovo, che da noi stessi nascerà.

L’irrequietezza salverà il mondo e avvisa, chi la indossa, che esiste qualcos’altro che ancora non vediamo.

 

Lorena

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