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SOPRAVVIVERE A NOI STESSI

Ti è stata donata questa vita.

Essa è un dono!

Il tuo compito è trovane il senso e avere il coraggio di realizzarlo.

Lorena

 

Non sappiamo cosa facciamo qui, né dove stiamo andando.

Questa è una delle maggiori sofferenze inconsce che vivono l’intimo dell’essere umano. Uno dei motivi principali della cronica mancanza di scopo che ci abita è l’aver dimenticato la nostra origine divina.

Il peggior divenire per un essere umano è vivere senza uno scopo, senza un obiettivo superiore che dia un senso al suo quotidiano vivere: far passare la vita giorno dopo giorno sempre uguale, senza che un risveglio sia diverso da quello del giorno precedente.

Siamo diventati uomini e donne automatici, che vivono per inerzia e muovono il proprio corpo fisico e la propria mente a suon di un ritmo esteriore. Un ritmo che non ci appartiene ma che, per convenienti circostanze esteriori, facciamo nostro.

Adattiamo noi stessi al mondo e alle circostanze pur di non andare in profondità, pur di non cominciare a guardare oltre la superficie.

Ad un certo punto però qualcosa accade, la vita ci spinge ad evolvere e ad aprire gli occhi alla realtà. Il ritmo esteriore che conduceva, fino a quel momento, la nostra esistenza si fa sempre meno percettibile, fino a fermarsi. Il mondo esteriore smette di condurci, così ci troviamo sperduti.

Dante faceva riferimento a questo esatto momento della vita nella prima terzina che apre il sipario all’Inferno della Divina Commedia.

Nel mezzo del cammin di nostra vita

Mi ritrovai per una selva oscura.

Ché la diritta via era smarrita.

Da quel magico momento in poi si comincia una discesa dentro noi stessi, alla scoperta di quelle profondità che la vita ordinaria non concede.

 

Lorena

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