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LA PAURA COME ANTICA FORMA DI MANIPOLAZIONE

Caos e disordine dilagano da tempo immemore. Nelle strade delle città e dei paesi del mondo le persone camminano e vagano senza meta, con lo sguardo spento e con nessuno scopo nella vita.

Esse cercano salvezza dall’esterno, procedono senza direzione alcuna e aspirano alla mera sopravvivenza: mangiare, dormire, riprodursi, ricercare piccoli piaceri transitori, e poi daccapo… non si ambisce ad altro che non sia già esistente.

Non vi è creatività, non vi è ambizione; nulla, se non ciò che già si conosce.

Le masse vengono tenute nello stato di sopravvivenza semi-animale con uno scopo preciso e con un semplice strumento, lo stesso utilizzato da millenni: la paura.

La paura è un’emozione primaria, il che significa che è innata; nasciamo con essa e non la apprendiamo dall’esterno. La paura è un’emozione istintiva e ha la sua ragion d’essere nella sua funzione evolutiva: l’essere umano ha paura di ciò che compromette la sua esistenza, lo protegge da minacce esteriori che possono essere fonte di pericolo per la sua vita.

Il problema sorge quando nella società in cui viviamo, per mantenere il controllo nelle menti delle persone, l’opinione pubblica utilizza l’emozione della paura con fini manipolativi. Se ci facciamo caso, vengono introdotte quotidianamente dai notiziari, dai giornali, dalle radio e da internet informazioni che incrementano lo stato di paura generale delle persone. Minacce di guerre o guerre vere e proprie in varie parti del mondo, minacce alla salute individuale e pubblica, il pericolo del cambiamento climatico e i relativi effetti sull’ambiente che questo comporta, eccetera.

Basta aprire un giornale al bar per rendersi conto dell’inquinamento mentale ed emotivo che viene immesso ogni giorno nelle menti delle persone. Il cocktail di terrorismo psicologico e conseguente manipolazione e controllo delle masse funziona perché per definizione la massa non possiede volontà e sensibilità propria.

Possedere volontà significa, in primis, avere un saldo centro di gravità permanente, un profondo contatto col mondo interiore individuale.

Il centro interiore di gravità va costruito individualmente, si smette di ascoltare il fastidioso rumore del mondo esterno per cominciare a volgersi verso quel mondo interiore che ci abita.

Soltanto con un contatto profondo con la nostra divinità possiamo staccarci dalla moltitudine, cominciare a spegnere la televisione e silenziare tutti quei rumori esteriori che ci distraggono dall’essenziale e percepire che la paura utilizzata dall’opinione pubblica non ha presa su di noi.

Soltanto il contatto individuale con l’anima trasforma il caos esteriore in ordine interiore. Per far ciò occorre coltivare due qualità animiche fondamentali, che ci doneranno la forza di procedere tra le macerie del vecchio mondo che si sta sgretolando: la discriminazione e la sopradetta volontà.

Grazie alla discriminazione avremo la capacità di scegliere al meglio quel che fa per noi e lasciare andare quel che più non serve e non è utile per il processo evolutivo. Grazie alla volontà avremo la forza di restare ritti in mezzo alle macerie e perseguire, di volta in volta, le indicazioni che la voce nel silenzio ci indicherà.

Coloro che entrano in risonanza con quanto ho scritto sono chiamati a far tesoro delle loro percezioni interiori e partire da esse per cominciare a edificare il Nuovo Mondo.

A voi, per Voi.

Lorena

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