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REGRESSIONE DI RUOLO

I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali. 

Vivono dentro di noi e, a volte, vincono.

Stephen King

 

Quando una persona non persegue la sua missione d’anima, la sua personalità regredisce, spinta da un potente flusso di energia spirituale mal diretta.

Lungo la via spirituale la personalità subisce destabilizzazioni e riadattamenti periodici. Sul percorso, parti delle nostre identità muoiono; questa morte e disgregazione lascia spazio a un maggiore afflusso d’energia e, potenzialmente, a una consapevolezza superiore.

Nessuno spazio, nell’universo così come nella psiche, può essere lasciato vuoto, ma viene occupato da qualcos’altro.

Per la Legge di Conservazione della Massa, in una reazione chimica nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. In alchimia si parla del solve et coagula (dissolvi e unisci).

Si scompone un elemento, un comportamento o un evento nelle sue componenti più semplici per analizzarlo e comprenderlo. Successivamente, queste componenti vengono ricomposte a un livello superiore, per altri fini: per costruire un concetto o un’idea che li rappresenta.

Tutto nel cosmo tende a un livello superiore di evoluzione e la vita, con le sue vicissitudini, supporta al meglio questo processo.

Spesso avviene un blocco di questo sviluppo: l’anima è pronta a compiere un passo verso il nuovo livello evolutivo; per questo essa è attraversata da un flusso energetico superiore a prima, finalizzato a sostenere quest’importante e delicato processo. Però, la personalità si rifiuta di assecondare il volere superiore, di compiere quell’atto necessario a dare il via al cambiamento. L’io esteriore ha paura.

L’evoluzione, infatti, comporta dei cambiamenti nella vita esteriore, a volte parziali e altre volte molto radicali, perché è la vita interiore a essere mutata.

Se nella personalità giacciono forti identificazioni e granitiche aderenze alle vecchie relazioni, alle persone, ai ruoli che si rivestono, allora l’io esteriore farà molta fatica a lasciar andare il vecchio per il nuovo.

La personalità inconsciamente intuisce che prima del rinnovamento ci sarà un lungo e doloroso processo di distruzione delle identificazioni, ed essa lo teme più di ogni altra cosa.

Se quanto sopra detto avverrà, vi sarà un attrito tra la direzione verso cui l’anima spinge e l’immobilità della personalità. Questa resistenza creerà un dolore interiore destinato a crescere e a trasformarsi in un generico e insopportabile mal di vivere.

Se lo stato di inazione perdurerà, questa sofferenza, come una macchia d’olio, si estenderà a tutti i campi dell’esistenza individuale, fino a far perdere la voglia di vivere e di scoprire.

Contestualmente avverrà quel che ho definito “regressione di ruolo”.

Tutti gli aspetti non purificati e trasmutati della personalità si accentueranno, vitalizzati dall’accresciuta energia vitale affluente dall’anima. Gli aspetti emotivi non maturati del periodo infantile e adolescenziale dell’individuo riappariranno e si avrà una vera e propria regressione a periodi emotivi non coincidenti con l’età anagrafica attuale.

Riemergeranno antiche paure, primitive ansie e incertezze e, sotto l’influsso immobilizzante di queste potenti energie emotive, la mente si troverà bloccata in un circuito di pensieri negativi ossessivi e adombranti il nuovo che preme per emergere.

L’inerzia prenderà il posto dell’opera evolutiva e l’energia a disposizione per mandare avanti il processo si ritorcerà contro l’individuo che sceglie di ascoltare le sue paure, più che la vita stessa.

Il tutto procede in un’orrenda spirale discendente, verso il proprio abisso.

Una volta toccato il fondo del proprio inferno personale, arriva un momento in cui la persona decide di ritornare alla vita, ricominciando la risalita a partire dal punto più profondo del suo vero essere.

 

Lorena

 

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