“Ciò che non uccide, fortifica.”
Friedrich Nietzsche
Andiamo nella la vita ostentando un certo tipo di personalità, pur di dare una parvenza di veridicità all’immagine esteriore che portiamo nel mondo esterno.
La personalità è fatta di convinzioni, maschere, cristallizzazioni e costrutti. Spesso è il risultato di una serie di aspettative che altri ambiscono per noi. Così, senza accorgercene, rischiamo di passare la vita ad assecondare un’immagine che gli altri hanno costruito su di noi.
Diventiamo traditori, disertori di noi stessi e di ciò che siamo realmente.
Occorre coraggio per ammettere di provare paura, una paura interiore non ben definita. L’analgesico che abbiamo trovato per smettere di sentire questo timore, che ci vive dentro, è l’identificazione con un ruolo, con un costrutto superficiale che non rispecchia la nostra individualità.
Viviamo una vita normale, fatta di idee preconcette e convinzioni. Tutto procede con alti e bassi ordinari, che non sfiorano il limite del sopportabile, fintantoché è la vita stessa a fermarci, facendoci sbattere contro le nostre stesse cristallizzazioni.
Ostentare all’esterno una sicurezza fittizia è il simbolo di una paura profonda. La paura nasce nel momento in cui, inconsciamente, percepiamo che quello che stiamo manifestando all’esterno è una finzione. Tanto è profonda l’angoscia, tanto ci stiamo allontanando da noi stessi. Qualcosa dentro di noi si sta disgregando e, di conseguenza, il terrore aumenta.
Inutilmente proviamo ad aggrapparci a ciò che ci circonda, a ciò che consideravamo un punto fermo nella nostra vita e attraverso il quale davamo conferma alle nostre identificazioni. Questo, però, pare fuggirci sempre di più.
Arriva poi l’orrore, quello vero.
La terra sotto i piedi viene a mancarci e nulla sembra darci sollievo. Un baratro si apre, un vuoto interiore colmo d’oscurità inizia a non darci pace.
Quello appena descritto è un momento magico, un tempo di opportunità, anche se sembra l’opposto. Pare mancarci l’aria perché le nostre identificazioni si stanno disgregando e ci sembra di morire.
La morte precede la rinascita, l’oscurità della notte anticipa il chiarore dell’alba.
Sono i momenti in cui ci sentiamo persi, smarriti, dove i punti di riferimento esteriori vengono a mancarci che ci rendiamo conto che siamo altro. Altro al di là di ciò che credevamo di essere.
Lorena
fonte immagine:
https://it.freepik.com/foto-premium/immagine-a-doppia-esposizione-del-ritratto-di-donna-con-il-cielo-e-la-mente-pacifica_40881017.htm
Grazie Namaste
La morte è il punto in cui la linea curva della vita si tocca in quel preciso punto quando cioè si passa dalla quarta che appartiene al tempo per arrivare alla quinta che è l’eternità…